Imparare ed insegnare il Tai Chi Chuan


Allievo ed insegnante sono due ruoli che coesistono: senza allievi non esiste maestro, solo  un raffinato praticante; l’allievo senza maestro resta ignorante con  l’alternativa di fare l’ autodidatta, un’ardua strada che richiede un talento innato.
Entrambi i ruoli hanno diritti e doveri. L’allievo ha il diritto di trovare un insegnante competente che comprenda ciò di cui ha bisogno per crescere e il dovere d’impegnarsi. Il maestro ha il dovere di trasmettere con passione il suo sapere  e il diritto di spronare i suoi allievi ad impegnarsi e  attraverso le loro difficoltà raffina la sua didattica e la sua conoscenza.

Nella dinamica di rapporti espressa sopra c’è il problema da parte del neofita di valutare la reale competenza del “maestro” . A volte è necessario non fermarsi al primo insegnante, se è mediocre non vuol dire che la materia che insegna sia scadente.  Chi approccia il  Tai Chi Chuan venendo dal fitness o da sport da combattimento –  karate, capoeira, kravmaga o kung fu – spesso incorre in questo tipo di valutazione.

I metodi per insegnare il Tai Chi sono principalmente due:

  • Far muovere il praticante senza indugiare troppo sulle spiegazioni.
  • Porre da subito molta attenzione sui principi che sono alla base del movimento.

Nel primo metodo si vuole invogliare il principiante con una pratica  leggera; s’introducono concetti di rilassatezza, fluidità e coordinazione che sono tra i principi fondamentali ma si tralascia il lavoro sulla struttura, lo scopo e l’intenzione dell’azione, la centratura e l’espansione. Con questo metodo si fa una ginnastica benefica e salutare ma non si può ridurre solo a questo il Tai Chi Chuan. Questa è la ragione per la quale  molti professionisti dello sport ritengono di poter acquisire competenze sul Taiji grazie ad una capacità psicomotoria superiore alla media – che aiuta moltissimo ma non è sufficiente.
Andando avanti con la pratica, ci si trova in grande difficoltà a correggere i movimenti acquisiti ed eseguiti in automatico privi di altri principi fondamentali. Ci si rende conto che  tutto va rivisto e questo crea spesso sconforto..  ma se nel frattempo si è avuto modo di apprezzare il Taiji Quan l’amore per la disciplina darà la voglia di proseguire e perfezionarsi.

Nel secondo caso, i principi che stanno alla base dei movimenti del Tai Chi  sono corretti ed evidenziati di continuo nelle routine di lavoro. Le azioni devono tendere sin da subito ad essere funzionali se sottoposte a test. Questo richiede un impegno mentale notevole ed una capacità di presenza  a cui la maggior parte delle persone non è addestrata. Si comprende subito che si è approcciata un’arte raffinata che ha bisogno di attenzione ed introspezione. Si resta stupiti  della scarsa capacità di gestione del corpo anche su azioni semplici.  Questo metodo di solito effettua una selezione sui principianti che non è relativa all’età ma alla  voglia d’intraprendere un percorso che offre molto di più di quanto s’immagini .  Tai Chi Chuan Roma è orientata in questo senso.

Per i corsi vedi Sedi e Programma

Per chi è già un praticante esperto è vuole formarsi come insegnate riconosciuto CONI si può rivolgere all’AIMA.

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